10 ottobre: l’impegno di CeAS per la promozione della salute mentale

Anche il Centro Ambrosiano di Solidarietà aderisce alle iniziative promosse dal Comune di Milano per la Giornata mondiale della salute mentale

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 83 milioni di persone in Europa hanno problemi di salute mentale, mentre in Italia i disturbi psichici coinvolgono, a vari livelli di gravità, circa un terzo della popolazione. In occasione della Giornata mondiale della salute mentale abbiamo approfondito il tema con Vita Casavola, responsabile dell’Area Salute Mentale del Centro Ambrosiano di Solidarietà e della Villetta San Gregorio, che al CeAS accoglie persone con problematiche psichiche.

“Il 10 ottobre rappresenta un’occasione per riflettere e richiamare l’attenzione degli operatori e della società civile sulle condizioni delle persone con disagio psichico, le loro famiglie e sullo stato dell’arte dei Servizi di cura. Una giornata particolare che, insieme agli altri 364 giorni, può contribuire al superamento dello stigma che ancora grava sulle persone che hanno una malattia mentale”, esordisce Vita. Seppure negli ultimi anni vi siano stati molti cambiamenti culturali, la malattia mentale è ancora considerata pericolosa e alienante e permangono pregiudizi e paure, che portano a percepire chi soffre di un disagio psichico come pericoloso. “Anche i mass media – prosegue – enfatizzando episodi negativi che riguardano persone con problemi di salute mentale, contribuiscono a mantenere condizioni di pregiudizio, isolamento e discriminazione”.

“E’ indubbio che i Servizi siano in condizioni critiche in seguito all’indebolimento delle risorse umane ed economiche investite nei Dipartimenti di Salute Mentale e all’aumento delle necessità di cura delle persone con patologie complesse, aggravate dalle modificazioni sociali avvenute in questi anni di crisi economica. Anche dalla nostra esperienza, possiamo osservare la crescita delle richieste di inserimento di persone con doppia diagnosi (disturbi psichiatrici e abuso contemporaneo di sostanze stupefacenti o alcol), con disturbi di personalità o del comportamento alimentare o per un disturbo post traumatico da stress come nei molti casi di migranti arrivati in Italia…”, aggiunge Vita.

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Numerosi i problemi da affrontare: dalla prevenzione alla necessità di interventi precoci, dall’esigenza di politiche di integrazione socio-sanitaria all’ampliamento delle opportunità di cura nel territorio, superando i vecchi modelli centrati soprattutto sulla cura nelle strutture residenziali. 

“Oggi  – conclude Vita – è importante riaffermare la necessità che le politiche socio-sanitarie siano in grado di proporre interventi in grado di porre al centro la persona e non la sua patologia. A tal proposito vorrei citare le importanti parole del Cardinal Martini al Convegno ‘La cittadinanza è terapeutica’ (Milano, 2005): Le domande più autentiche di un malato psichico, anche se spesso inespresse o negate, non sono diverse da quelle di ciascuno: una casa, degli amici, affetti esclusivi, un lavoro, il denaro per vivere, il divertimento, il diritto di abitare una città, la possibilità di professare un credo religioso, la libertà di parlare ed esprimersi. Le sue fatiche sono invece molto più grandi rispetto a quelle di chi non soffre: le idee possono essere bizzarre e non comprese, le risposte affettive inadeguate, le reazioni inaspettate, la voce per chiedere e rivendicare i propri diritti molto debole”.

L’IMPEGNO DEL CEAS

A partire dalle esperienze basate sulla cultura della deistituzionalizzazione, sviluppatasi negli anni ’80, il Centro Ambrosiano di Solidarietà gestisce alcuni interventi territoriali e una comunità residenziale in cui sono proposti percorsi di cura e riabilitazione, che hanno come asse portante i valori e i contenuti della legge 180. La comunità “Villetta San Gregorio” è nata nel 2003 all’interno del Villaggio Solidale del Parco Lambro, come struttura accreditata sulla scia dell’esperienza della “Villetta di Affori”, gestita dal 1997 dal CeAS. Fino a ora ha accolto circa 70 persone.

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Villetta San Gregorio è una piccola comunità, che può accogliere fino 13 ospiti, sia uomini che donne, con cui si costruisce e si condivide un percorso, cercando di stimolare e valorizzare le risorse individuali che tutti possiedono e le risorse collettive del gruppo, sfatando la logica che vede nella persona affetta da disturbo mentale solo la malattia. “La malattia è una condizione gravosa, che comporta grandi sofferenze, ma insieme si impara a riconoscere, affrontare e superare le difficoltà, con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia personale e una migliore qualità della vita”, spiega Vita, che sottolinea: “La comunità non è un servizio ma una vera e propria casa, dove ci si cura, si condivide, ci si sostiene. È un’esperienza di vita che coinvolge ‘curati’ e ‘curanti’ in un percorso che trasforma tutti”.

L’équipe multidisciplinare della Villetta è composta, oltre che dalla responsabile, da varie figure professionali:  il medico psichiatra, i tecnici della riabilitazione psichiatrica, gli infermieri professionali e gli educatori professionali, che sono presenti dalle 8 alle 20. Insieme a ogni ospite si condivide un progetto individualizzato, a cui si aggiungono attività di gruppo (come gruppo di risocializzazione “Spazio libero”, gruppo espressivo “Creattiviamoci”, gruppo espressivo di Arteterapia, gruppo cineforum “Cinecomunità”, gruppo spesa “Tre per due” ecc..), importanti per accompagnare la persona a condividere e collaborare, per migliorare le competenze e costruire relazioni forti pur nella diversità.  “Anche attraverso le attività di gruppo si impara a tollerare le frustrazioni, ciò che infastidisce e a mettere in gioco le tante risorse, a volte sopite, che necessitano di stimoli e motivazioni”, conclude Vita.

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Nella sua azione, il CeAS lavora in stretta sinergia con la rete dei servizi, istituzionali e non, e aderisce alla Campagna salute mentale, al Coordinamento cittadino del terzo e quarto settore e al CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza.

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