Lunedì 19 febbraio la campagna “Mettiamoci in Gioco”, di cui il CeAS fa parte, ha presentato un appello per una nuova legge sul gioco d’azzardo
Nella prossima legislatura, parta subito l’iter di approvazione di una rigorosa legge di regolamentazione del gioco d’azzardo. Una normativa che, finalmente, metta ordine nel caos in cui il settore è cresciuto, permettendo così di intervenire sui tanti problemi che una diffusione incontrollata dell’azzardo ha provocato nel nostro paese. In primis, dipendenze più o meno gravi, separazioni e divorzi, ricorso all’usura, massicce infiltrazioni mafiose. È questo l’invito che “Mettiamoci in gioco”, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo ha rivolto a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche, a qualunque schieramento appartengano.
Quattro i punti contenuti l’appello per una nuova legge sul gioco d’azzardo: divieto assoluto della pubblicità; riduzione di un terzo dell’offerta complessiva del gioco; diritto di Regioni ed Enti locali a regolamentare l’offerta del gioco d’azzardo sul proprio territorio, senza annullarla ma senza nemmeno essere vincolati all’intoccabilità degli interessi già esistenti; aumento delle risorse destinate al sistema dei servizi per garantire cura e assistenza gratuite alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.
L’appello è già stato sottoscritto da diverse decine di candidati alle elezioni politiche di differenti partiti. Se questi quattro punti costituiscono l’ossatura della proposta di Mettiamoci in gioco, vi sono anche altri punti che dovrebbero costituire una legge di regolamentazione del settore. La Campagna sta, infatti, lavorando a un proprio articolato di legge, che verrà presentato ai partiti e ai gruppi parlamentari dopo le elezioni. Questi i contenuti più rilevanti:
– va utilizzato, nei documenti ufficiali e nelle normative di legge, il termine “disturbo da gioco d’azzardo”, indicato nel DSM V, il manuale sui disturbi mentali punto di riferimento in campo psichiatrico. “Ludopatia” è una fantasiosa innovazione italiana nata per occultare il termine “azzardo”, cioè la realtà del fenomeno;
– va garantito un fondo specifico per la cura e la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, dotato di 50 milioni di euro il primo anno, cifra aumentabile negli anni successivi in relazione all’evolversi del fenomeno;
– all’interno dei Servizi per le dipendenze patologiche (SerD) devono essere previste articolazioni specialistiche per i pazienti affetti da disturbo da gioco d’azzardo che garantiscano loro percorsi differenti rispetto ai pazienti con dipendenza da sostanze;
– la certificazione di diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo deve dare diritto all’esenzione dalla compartecipazione al costo della spesa sanitaria;
– va prevista una moratoria per i nuovi giochi d’azzardo e ogni proposta di modifica o variazione circa le caratteristiche dei giochi d’azzardo attualmente in essere deve essere preventivamente autorizzata dall’Osservatorioper il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, attivo presso il ministero della Salute;
– va sancito l’obbligo da parte del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di predisporre campagne di informazione e promuovere progetti di educazione sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo nelle scuole di ogni ordine e grado, coinvolgendo istituzioni locali e servizi territoriali del servizio sanitario nazionale. La realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione dovrebbe essere compito specifico anche del ministero della Salute;
– le associazioni di categoria rappresentative degli esercenti e dei concessionari abilitati all’offerta di gioco d’azzardo dovrebbero dotarsi di un codice etico di condotta allo scopo di contenere eventuali comportamenti di gioco a rischio, individuare i giocatori problematici e intervenire fornendo loro una prima indicazione di carattere informativo e orientativo;
– l’accesso a ogni tipologia di gioco d’azzardo, compreso l’online, dovrebbe essere consentito esclusivamente mediante l’utilizzo della tessera sanitaria. Come forma di maggior tutela per i giocatori patologici, dovrebbe essere creato un apposito registro online dei dati della tessera sanitaria dei giocatori che vogliono autoescludersi da qualsiasi forma di gioco d’azzardo, garantendo la loro inibizione all’accesso al gioco;
– per limitare l’aggressività e il potere di dipendenza delle “macchinette”, i software di tali apparecchi dovrebbero essere modificati secondo le indicazioni messe a punto dall’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave;
– va introdotta, per tutelare la persona affetta da gioco d’azzardo patologico che a causa di tale patologia si trovi nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi, la figura dell’amministratore di sostegno, nominato dal giudice tutelare;
– per quanto riguarda le lotterie istantanee, i tagliandi dovrebbero riportare una serie di informazioni riguardanti il rischio che si corre e le percentuali legate alle possibilità di perdere o di vincere;
– deve essere vietato, nei luoghi in cui si gioca d’azzardo, il consumo di bevande alcoliche e il fumo, anche in presenza di impianti per la ventilazione e il ricambio di aria;
– deve essere introdotta la possibilità – per i pubblici esercizi e i circoli privati che eliminano o non installano apparecchi per il gioco lecito e che non vendono al proprio interno altri prodotti per il gioco d’azzardo – di richiedere ai Comuni il rilascio del logo identificativo «no slot»;
– vanno adottate le misure di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata avanzate dalla Commissione parlamentare antimafia nella relazione presentata il 6 luglio 2016.