I ragazzi di WiP imparano a fare il gelato

In corso la formazione in caffetteria e gelateria artigianale con la cooperativa NIW – New Ideas of Welfare

«Un sì sempre accompagnato da un gran sorriso. Questa, la risposta alla domanda “Ti piace il gelato” è forse una delle più belle soddisfazioni di questa esperienza».

A parlare è Barbara Archetti, socia fondatrice della cooperativa NIW – New Ideas of Welfare, che in queste settimane propone a 14 ragazzi di Work in Progress un corso di caffetteria e gelateria.

«Dopo la parte teorica, che si è svolta online, siamo al momento della pratica. Questo primo approccio concreto con i mondi del caffè e del gelato precede il tirocinio vero e proprio (due mesi), e la borsa lavoro (tre mesi), che i ragazzi inizieranno nelle prossime settimane e che saranno sostenuti economicamente dal progetto e in particolare dal Celav, il centro di Mediazione al lavoro del Comune di Milano», racconta Barbara.

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6 ragazzi di Work in Progress sperimentano l’autonomia

grazie al progetto di abitare collaborativo realizzato con dar=casa in via carbonia a milano

Work in Progress ha stipulato un patto con la cooperativa Dar=Casa, per l’assegnazione di tre appartamenti all’interno del progetto di abitare collaborativo “Carbonia 3, conoscersi da vicini” a Milano, ad alcuni minori stranieri non accompagnati. Ne abbiamo parlato con Francesca Barbesino, dell’équipe integrazione di Work in Progress, che sta seguendo i ragazzi nel loro percorso di autonomia abitativa.

“Nel progetto sono stati inseriti sei ragazzi, che vivono a coppie in tre monolocali messi a disposizione da Dar=Casa nel complesso di via Carbonia, nella zona di Quarto Oggiaro”, racconta Francesca.

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Gli operatori di Work in Progress a scuola di Child Safeguarding

I partner del progetto hanno partecipato alla proposta formativa di Save the Children

Quali sono gli abusi che rischiano di subire ragazze e ragazzi stranieri nel loro percorso di accoglienza e inclusione sociale? Quali strumenti possono mettere in campo le organizzazioni che si occupano di minori stranieri non accompagnati per prevenire questi rischi? Come comportarsi quando si verifica un abuso nei confronti di un minore affidato alla propria organizzazione?

A queste e altre domande ha cercato di rispondere il corso di formazione in “Child Safeguarding”, proposto da Save the Children a tutti i partner del nostro progetto e sollecitato dagli enti promotori di Never Alone Italia, il programma all’interno del quale si svolge Work in Progress. L’obiettivo, come ha spiegato Viviana Valastro di Never Alone Italia, è stimolare le organizzazioni che lavorano con i minori stranieri non accompagnati a dotarsi di meccanismi di prevenzione e reazione, prima che si verifichino delle emergenze.

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I talenti di Work in Progress a “Wip’s got Talent”

L’iniziativa ha coinvolto gli ospiti delle comunità partner del progetto, che si sono messi in gioco mostrando le loro passioni e capacità.

C’è chi ha portato la sua passione per la cucina. Chi ha mostrato di saper realizzare originali tagli di capelli. Chi canta e chi balla. E c’è anche chi, pur essendo arrivato da poco in Italia, inventa e scrive storie, per raccontare le proprie emozioni e per imparare la lingua.

Tutto questo è “WiP’s got Talent”, il concorso lanciato dall’équipe integrazione di Work in Progress, che ha coinvolto i giovani ospiti delle comunità partner del progetto.

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Anche i piccoli ospiti del CeAS tra i beneficiari dell’iniziativa “In farmacia per i bambini”

Anche i piccoli che sono accolti insieme alle loro mamme nelle case rifugio del CeAS, in particolare quella che ha sede nella provincia di Como, sono tra i beneficiari dell’iniziativa “In farmacia per i bambini”, promossa dalla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus.

Dal 20 novembre, Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, al 27 novembre, nelle farmacie aderenti, sarà possibile acquistare e donare un farmaco o prodotto babycare per i bambini in povertà sanitaria.

Casa: primo successo per le attività di advocacy di Work in Progress

All’interno di un gruppo fragile rispetto al tema dell’abitare, come quello dei giovani, c’è un sottogruppo che è ancora più in difficoltà quando si trova a dover cercare casa: è quello dei minori stranieri non accompagnati. Per loro infatti, alla scarsa disponibilità di alloggi a buon mercato, si aggiunge il problema della discriminazione. Capita spesso che, non appena sentito che chi chiede informazioni su un alloggio in affitto è straniero, proprietari ed agenzie si tirino indietro, anche quando ci siano le comunità di accoglienza a dare garanzie.

Anche per ovviare a queste situazioni, Work in Progress ha tra i suoi assi fondamentali quello della casa, che si svolge su due strade: una più pratica che coinvolge direttamente i ragazzi che prendono parte al progetto, e una di advocacy, con la partecipazione degli operatori ai tavoli comunali sull’abitare, per far conoscere la realtà dei minori stranieri non accompagnati, sensibilizzando la ricerca di strumenti per far fronte alla loro domanda abitativa. E questa seconda strada ha raggiunto un primo importante successo.

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I ragazzi di Work in Progress alle Giornate d’Autunno del FAI

Un piccolo gruppo di minori stranieri non accompagnati, provenienti da diverse comunità partner di Work in Progress, ha partecipato sabato 17 ottobre alle Giornate d’Autunno del FAI, con una visita a Palazzo Edison, in Foro Bonaparte a Milano.

Lo scorso inverno, questi ragazzi avevano preso parte al percorso educativo sulla storia e l’arte di Milano “Adolscenti e patrimonio: un’attività realizzata nell’ambito di Work in Progress dall’Associazione Amici del FAI e dalla delegazione FAI di Milano con il coinvolgimento dei minori stranieri non accompagnati insieme a studenti e studentesse degli istituti superiori della città “Claudio Varalli” e “Einstein”.

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Un anno – e più – con Work in Progress… passando per il Covid

“Work in Progress. Transizioni per la cittadinanza” ha tagliato il traguardo del primo anno di attività. Abbiamo intervistato Benedetta Castelli del Centro Ambrosiano di Solidarietà, project manager di Work in Progress, per sapere come sono andati questi primi 12 mesi… e oltre.

Com’è andato questo primo anno di Work in Progress?
Direi bene! Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi del cronoprogramma e un numero di beneficiari superiore alle aspettative. Questo primo anno di progetto è servito anche a mettere a punto un metodo di lavoro sempre più funzionale e oliato. Essendo, infatti, il partenariato molto vasto, avevamo bisogno di tempo per imparare a lavorare insieme e trovare metodologie condivise. E inoltre questo anno ci è servito anche per migliorare le strategie di interlocuzione con tutti gli attori che lavorano con i beneficiari del progetto, al fine di sensibilizzarli affinché cogliessero appieno tutte le opportunità che offriamo ai ragazzi.

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Continuano anche in estate i corsi di Work in Progress

Anche nel periodo estivo continuano i corsi che “Work in Progress” propone ai minori stranieri non accompagnati che vivono sul territorio milanese, attraverso la didattica a distanza.

“Dopo averla sperimentata durante l’emergenza Covid, pensiamo che la DAD possa essere una risposta convincente alle esigenze attuali dei ragazzi e possa dare loro la possibilità di interagire con un virtuale che sempre più assume la veste di una comunità che apprende insieme, collaborando e condividendo la costruzione di una conoscenza che diventa sempre più una questione sociale”, spiegano i promotori del progetto.

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Com’è cambiata la vita dei giovani ospiti di Radici a causa del coronavirus

L’epidemia di coronavirus è arrivata come uno tsunami e da un giorno all’altro ci siamo trovati tutti quanti a dover rivedere i nostri stili di vita e di lavoro. Ma l’emergenza non ha colpito tutti allo stesso modo.

Per alcuni, affrontare questo periodo di isolamento forzato e, spesso, di inattività è più difficile che per altri. Tra le persone a cui il coronavirus ha più radicalmente cambiato l’esistenza ci sono i ragazzi, come i 18 ospiti di “Radici”, gli appartamenti per l’autonomia del CeAS, dedicati a minori stranieri non accompagnati e neo maggiorenni.

Racconta Mona Ilie, responsabile del servizio: “I nostri ragazzi, che hanno tra i 16 e i 19 anni, sono passati dall’avere delle giornate molto piene – tra scuola, lavoro, corsi di formazione – a giornate molto vuote. Solo due persone stanno continuando a lavorare, mentre per gli altri, che erano impiegati nella ristorazione, o studiavano o stavano per iniziare la formazione per lavorare nella GDO ora sono fermi. Il loro ritmo di vita è cambiato completamente”.

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