A tre settimane dall’uscita, la docu-serie di Netflix “SanPa: luci e tenebre di San Patrignano” continua a far discutere. Anche il Centro Ambrosiano di Solidarietà desidera aggiungere un piccolo tassello al dibattito, portando come contributo la sua esperienza di oltre 30 anni accanto alle persone con dipendenze e alle loro famiglie.
Non ci interessa entrare nello scontro tra chi è a favore e chi è contro San Patrignano e il suo metodo, ma ci preme sottolineare un importante merito di questa serie: aver riaperto la discussione sulle dipendenze, che in Italia si riaccende sui media solo quando ci sono casi di cronaca nera o emergenze, come quella del “bosco di Rogoredo”, caratterizzandosi però sempre come scontro ideologico tra liberalizzazione e punizione. Il tema, al contrario, è molto complesso e in continua evoluzione, come sottolinea in un recente intervento anche Riccardo De Facci, presidente del CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, di cui il CeAS fa parte.
Dal punto di vista politico, invece, il dibattito è fermo al 1990, anno del Testo Unico 309/90 sulle dipendenze.
«Le dipendenze dovrebbero rientrare nel discorso più in generale in atto sul tema della salute, per un grande progetto di riforma. Anche in questo caso crediamo che debba prevalere una cultura della deistituzionalizzazione e un approccio che metta al centro la persona, con le sue caratteristiche», dice in proposito don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità e consigliere del CeAS.
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