La cronaca di questi giorni ci parla di 11 donne uccise da un proprio familiare, marito, compagno, figlio, in due mesi di lockdown. In queste settimane, restare a casa, per molte donne vittime di violenza, non ha significato essere al sicuro, tutt’altro. Ne abbiamo parlato con Lucia Volpi ed Elena Tagliabue, rispettivamente responsabile e psicologa dell’Area Donne del CeAS e del centro antiviolenza “Mai da Sole”, gestito dallo stesso Centro Ambrosiano di Solidarietà, che in questo momento è fisicamente chiuso, ma sempre attivo attraverso il sostegno telefonico, al numero 3351251813 o al 1522.
“Dall’inizio del lockdown abbiamo avuto molti più nuovi accessi e richieste di aiuto rispetto alla nostra media, con molte chiamate arrivate dal numero nazionale 1522 al quale siamo collegate. E c’è una completa trasversalità rispetto alla condizione socio-economica di chi chiama”, esordiscono.
Continua a leggere “Restare a casa, per molte donne vittime di violenza, non significa essere al sicuro”

